Ambienti di lavoro tossici: come riconoscerli

di Lorenzo Neri

Come riconoscere gli ambienti di lavoro tossici nel mondo dell’informatica? Esistono dei campanelli d’allarme, degli indizi, delle risorse per capire se è una buona idea accettare quella nuova proposta di lavoro?
Se siamo finiti in un ufficio dove ne usciremo traumatizzati?
Ho voluto scrivere questo articolo per spiegarti alcune tecniche utili a riconoscere un ambiente di lavoro tossico sia che ci sei finito da poco, sia che ti venga offerta una nuova opportunità lavorativa.

Il mondo dell’informatica, non solo in Italia come credi, ha veramente un sacco di posti di ambienti tossici.

Ebbene sì, può capitarti di essere maltrattato, pagato male, in ritardo o addirittura non pagato, minacciato, messo sotto pressione inutilmente, ritenuto inutile e… La fila continua.

Ma chi sono io per parlarne?

Ciao mi chiamo Lorenzo Neri e sono un informatico: realizzo contenuti per aiutare le persone a padroneggiare l’arte del nuovo millennio, ovvero l’informatica!

Nel corso della mia vita lavorativa ho avuto il piacere di lavorare in parecchie realtà e al contempo scoprirne diverse che non erano proprio il top.

Se pensi che la faccia troppo melodrammatica la faccenda, ti posso assicurare che se passi 8 ore al giorno all’interno di un ambiente in cui le persone con cui stai a stretto contatto ti fanno sentire in uno o più dei modi che ho scritto prima ne uscirai molto provato.

Tant’è che ci ho voluto creare un’intera categoria su questo blog per parlarne bene del mondo del lavoro.

Che tu sia agli inizi della tua carriera o avanti negli anni e non ti sei mai posto il problema di valutare saggiamente una proposta di lavoro nuova, al di là dello stipendio ed eventuali bonus, voglio condividere con te diversi elementi che possono tornarti utili.

Mania del controllo

Ti viene fatto notare che bevi troppi caffè? Di quello se ne dovrebbe occupare il tuo cardiologo.
Vieni richiamato perché hai passato 5 minuti di troppo in bagno? Questo è meglio chiederlo a un gastroenterologo.

Ti viene chiesto costantemente dove sei al di fuori dell’orario lavorativo? Ti viene chiesto come mai ascolti la musica mentre lavori?

Ti viene fatta una domanda dietro l’altra per avere il controllo totale sulla tua persona e sulle tue azioni?

Questo è uno dei campanelli d’allarme più semplice e facile da individuare per capire se sei finito in un ambiente di lavoro tossico.

La mania del controllo da parte dei team leader, dei manager o chiunque sia il tuo riferimento in azienda è un ottimo modo per garantire queste cose:

  • Tu ne hai le gonadi piene
  • Tutti ne hanno le gonadi piene
  • Tu hai paura di fare qualsiasi cosa
  • Chiunque ha paura di dire mezza parola
  • Tu rassegni le dimissioni per giusta causa

Non sto dicendo che sia giusto premiare la nullafacenza: non fraintendermi, è chiaro che se passi metà della giornata lavorativa a leggere i fumetti forse è il caso di darsi un minimo di autocontrollo, sto dicendo che è controproducente per te stesso e per l’azienda stessa essere vittime dei maniaci del controllo.

Non aggiunge valore alle persone, non permette di velocizzare le cose da fare (al contrario, ti sfiducia, ti sfianca e ti fa perdere iniziativa) e tantomeno fa venir voglia di presentarsi in ufficio, non credi?

Cazziato per incomprensioni

Scusami, non sapevo come scrivere diversamente questo titolo 😀

Ti capita di avere incomprensioni con i colleghi? Con qualche cliente? Con il tuo team leader o il rappresentante dell’azienda?

Vieni letteralmente cazziato da solo o in gruppo o davanti a tutti?

Ok, ok. Forse “cazziato” per qualcuno non ha significato, per essere sicuro intendo questo:

Essere ripreso in modo colorito con tanto di insulti, toni violenti e/o minacce e aggressività

Tutti noi facciamo errori. TUTTI. Anche coloro che hanno più esperienza di noi, che riteniamo degli esempi da seguire fanno errori.

Certo, non è sbagliato farti presente un errore se lo fai, altrimenti come fai a non ripeterlo più? Come fai a crescere? Beh non puoi 🙂

Ma questo non significa che sia una scusa valida per farti attaccare con tanta vistosità e umiliazione su piazza pubblica. Questo non è riprendere per un errore, è sfogare la propria frustrazione sul malcapitato di turno, che in questo caso sei purtroppo tu.

E se vedi che capita più spesso del previsto, come ad esempio tuoi colleghi che vengono insultati o ripresi a suon di urla o comunque, davanti a tutti quanti, questo è un altro campanello d’allarme su quanto sia tossico come ambiente di lavoro.

Straordinari non riconosciuti

Nono, non parlo di quelli che ti viene chiesto di lavorare fino alle 20 per una settimana e poi in busta paga non te li vedi conteggiati: anche perché te la devo venire a dire io una cosa simile?

Parlo di quei meccanismi subdoli per farti lavorare aggratis che manco te ne accorgi.

“We te ne vai alle 18:00?! Che fai: la mezza giornata fffiga?!”

cit. qualsiasi lombardo

Ti è mai capitato di venir rimproverato perché stavi uscendo dall’ufficio dopo aver lavorato il giusto quantitativo di ore?

Ti è mai capitato di sentirti in obbligo a rimanere lì oltre l’orario previsto?

Ti è mai capitato che, a fronte di tutto questo, venissi rimproverato di nuovo per aver fatto presente che si trattava di straordinari e non te li trovi in busta paga?

Anche questo comportamento è un grandissimo campanello d’allarme che può dirci molto.

E no, se te lo stessi chiedendo non c’è nulla di corretto in questo modo di pensare.

Potresti pensare che lo fai per il bene dell’azienda, per il bene di tutti. Ma ogni azione positiva portata alla comunità che fai, può avere due scenari:

  • Un premio: può essere un premio a fine anno, delle azioni dell’azienda, un benefit consistente, comunque una contropartita con la quale vieni ripagato.
  • NULLA: in tal caso, poniti questa domanda. Sei un volontario di una ONLUS? Io non credo, perché se così fosse la tua è pura beneficienza e per di più nemmeno VOLONTARIA ma COATTA!

Colleghi distruttivi

Distruttivi, per te.

Questo è forse il campanello d’allarme più subdolo di tutti con cui puoi avere a che fare per capire se l’ambiente di lavoro in cui ti trovi è tossico.

Cerco di dividerti questo campanello d’allarme in due macro aree.

Colleghi invidiosi, con il dente avvelenato, subdoli, egoisti… DEI NARCISISTI DEL CAZZO.

… Ormai avrai capito che non mi trattengo sull’uso delle parolacce, ma non c’è altro modo per definire questa categoria.

Un collega narcisista è quello che ti vede come una minaccia personale. Fai qualcosa fatto bene? Fai qualcosa che può dare un beneficio a tutti voi? Arrivo con la peggiore.

Ti offri come un potenziale aiuto per il puro piacere di farlo?

Se la risposta è “Sì” ad almeno una di queste domande e come contropartita ottieni:

  • Insulti
  • Minacce
  • Ti viene tolto il saluto
  • Vieni escluso da attività “extralavorative” che vanno dal caffè alla macchinetta, alla pizza fuori a cena

Posso essere schietto e diretto come prima? Sbaraccati fuori dalle scatole prima di immediatamente, adesso, ora, SUBITO.

Non c’è modo di trattare con un narcisista, peggio se il narcisista è più di uno.

Passiamo alla seconda, che è più difficile da individuare, perché spesso può essere che i tuoi colleghi siano solo stanchi, hanno avuto una brutta giornata, oppure abbiano “le palle girate”. Capita. A chi non capita?

La chiave di volta in questo caso, è chiedere a te stesso se i seguenti comportamenti sono ripetuti su base (quasi) quotidiana:

  • Si lamentano di ogni cosa
  • Sono tutt’altro che positivi, vedono il male in ogni cosa
  • Bocciano ogni tua iniziativa perchè sei avventato, troppo rischioso, ci vuole troppa energia
  • Per ogni problema che si presenta, anziché essere propositivi e cercare di capire come risolverlo, si tirano indietro e ti lasciano da solo
  • La peggiore: si trovano solamente lì per i soldi. Se i tuoi colleghi hanno come unica ambizione la busta paga a fine mese nella vita V A T T E N E!

Vorrei spendere due parole sull’ultimo punto, che merita la conclusione di questo articolo.

Avere come unica ambizione nella vita quella di avere la busta paga e, insomma, arrivare alla fine del mese, è una mentalità che (forse) è molto più persistente in Italia che altrove.

Ma rimane un serio campanello dall’allarme e forse il più subdolo e peggiore di tutti.

Avere dei colleghi di questo tipo, significa che non saranno mai motivati a fare tutto il necessario per il progetto a cui stanno lavorando: gli importa fare il minimo necessario per portare la saccoccia a casa.

E perché mai un pensiero così “frugale” è pericoloso?

Perché significa che nessuno è davvero interessato al lavoro che fa (forse dovrebbero prendere seriamente in considerazione l’idea di migrare verso altri lidi?) e questo significa che tu stesso, potresti diventare responsabile delle (troppe) loro mancanze all’interno del progetto/lavoro a cui ti stai dedicando.

E non solo.

Significa che nessuno dei tuoi colleghi sarà mai realmente motivato a farti crescere.

A farti passare la loro esperienza, perché significa dover alzare l’asticella del “fare qualcosa”.

Sei visto come un peso.

Ma non solo.

Sarai tu stesso portato a deporre le armi.

Cosa voglio dire? Che tu stesso, a furia di vivere in un ambiente così demotivante e menefreghista, sarai automaticamente portato a non avere più alcuna iniziativa nell’imparare dai tuoi errori, essere propositivo, capire come migliorare e soprattutto come migliorarti.

Continua a scoprire di più con questi articoli!

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